Inferno fiscale
C’erano una volta, si racconta, i paradisi fiscali: sterminati, eliminate anche le tracce; per le ricerche ci si avvale di archeologi sperimentati.
C’era una volta, si mormora, il segreto bancario: finito, ora nomi, versamenti, prelievi, bonifici ed altro ancora è immediatamente messo a disposizione delle Autorità fiscali.
C’era una volta, si sussurra, la capacità contributiva. Concetto inutile e superato: ora si paga e basta, per pagare non hai neppure bisogno di guadagnare, basta essere in perdita sistematica.
C’era una volta, si bisbiglia, la …… oops, oops: suono di trombe, canti e laudi all’Agenzia delle Entrate e compari!
Peccato, un vero peccato, è la sveglia. Devo correre, sono atteso: pagare contributi, pagare tasse, non usare i contanti, comunicare i beni messi a disposizione dei soci, operazioni con blacklistati, bonifico da e verso
l’estero, mi sono perso in questo marasma di adempimenti. Dove vado? Vai avanti per cento metri, gira a sinistra o a destra, poco importa, sei arrivato.
Benvenuto all’inferno fiscale.