Portogallo: le decisioni della Corte Costituzionale rassicurano i contribuenti delle società
Introduzione
La Corte Costituzionale svolge un ruolo importante nella protezione della certezza del diritto e delle aspettative degli investitori aziendali.
In un momento in cui gli investimenti aziendali sono alle prese con l’incertezza giuridica derivante da modifiche sistematiche al sistema fiscale portoghese, la Corte Costituzionale svolge un ruolo importante nel tranquillizzare questi soggetti sul fatto che i principi costituzionali fondamentali sono rispettati, proteggendo così i loro investimenti.
Casi recenti
Tre casi recenti portati dinanzi alla Corte Costituzionale sono stati infine decisi a favore della tutela delle aspettative legittime degli investitori, dell’interpretazione giudiziaria e dell’applicazione della legge.
Nei primi due casi, due norme innovative sono state introdotte al codice sulle imposte societarie nella Legge Finanziaria 2016, che ha introdotto un potenziale aumento dell’imposta societaria dovuta, con una svolta: attribuendo carattere interpretativo a queste norme, gli è stato attribuito un effetto retroattivo. L’occasione per questa decisione è stata la controversia riguardante alcuni casi in ambito tributario, in particolare nei tribunali per l’arbitrato. Il legislatore ha introdotto le seguenti norme al riguardo:
• La prima regola, presumibilmente a fini di chiarezza, stabiliva che non ci possono essere detrazioni valutate in applicazione di norme fiscali autonome (né detraziono di benefici fiscali aziendali o di somme precedentemente pagate dal contribuente, come pagamenti speciali in acconto sull’imposta societaria dovuta complessivamente).
• La seconda regola, probabilmente a fini di chiarificazione, ha determinato che l’aumento delle aliquote fiscali autonome nel caso di perdite fiscali, laddove esista un tax group of companies (imprese soggette a tassazione di gruppo), dovrebbe applicarsi quando il risultato fiscale del gruppo di tassazione è una perdita fiscale (e non quando è generato da perdite fiscali della singola società soggetta a tassazione autonoma).
Il problema principale era che, oltre all’introduzione di queste nuove regole, la Legge di bilancio per il 2016 attribuiva loro carattere interpretativo. Ciò significava che le nuove norme si applicavano anche agli eventi passati. È stato dunque presentato ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale, sostenendo che queste regole auto-denominate come interpretative costituivano una violazione del divieto di tassazione retroattiva, e che tale azione retroattiva era in contrasto con il principio per cui il compito di interpretare e `applicare la legge è demandato all’autorità giudiziaria.
In un terzo caso, la questione sottoposta alla Corte Costituzionale era se il principio di legittimo affidamento fosse degno di protezione nel un caso in cui, anche se tecnicamente non vi era applicazione retroattiva di una nuova disposizione, essa influenzava l’uso attuale e futuro dei benefici fiscali acquisiti in relazione ad investimenti effettuati in precedenza. In base alla nuova norma, i crediti di imposta sulle società (ad esempio, crediti di imposta previsti dal regime fiscale per gli incentivi agli investimenti) da quel momento in poi avrebbero dovuto essere utilizzati solo al 10% dell’imposta sulle società, rispetto al 25%, come in precedenza, anche se tali benefici fiscali erano stati acquisiti negli anni precedenti all’emanazione della legge (a seguito di investimenti effettuati negli anni precedenti).
Decisioni della Corte Costituzionale
Per quanto riguarda i primi due casi, la Corte costituzionale ha deciso che le norme della legge di bilancio 2016 erano incostituzionali, per violazione del divieto di retroattività delle imposte in base al diritto costituzionale.
In entrambe le situazioni, la Corte ha concluso che una regola interpretativa auto-designata è in realtà una nuova legge, quando c’è incertezza sul significato della legge precedente o anche quando c’è più di una possibile interpretazione della legge precedente. Poiché la regola interpretativa auto-proclamata esclude sempre uno o più possibili significati della precedente norma, a favore della norma emanata dal Parlamento, questo cambia l’effetto della precedente disposizione.
La Corte Costituzionale ha rilevato che le regole interpretative in oggetto erano innovative (poiché esisteva già una controversia giudiziaria sul significato della precedente norma). Poiché il significato attribuito dalle norme interpretative ha comportato un aumento dell’imposta societaria dovuta per gli anni passati, era incompatibile con il divieto costituzionale di retroattività delle tasse.
Per quanto riguarda il terzo e più recente caso, la Corte Costituzionale ha anche deciso a favore della protezione del legittimo affidamento degli investitori, negando al Parlamento il diritto di ridurre l’imposta sulle società annuale per compensare i crediti d’imposta acquisiti negli anni precedenti, con gli investimenti fatti negli anni precedenti. L’interesse pubblico connesso all’obiettivo di aumentare il gettito fiscale delle società potrebbe e dovrebbe essere raggiunto con altri mezzi che non vanifichino la fiducia degli investitori.
La Corte inotlre ha osservato che lo Stato ha il dovere di rispettare i suoi impegni e che la fiducia degli investitori deve essere protetta. Ha poi ritenuto scorretta una situazione in cui lo stato induca i contribuenti a investire concedendo loro crediti di imposta (un obiettivo pubblico per risollevare l’economia) e successivamente modifichi l’accordo implicito, in un modo che possa mettere a repentaglio l’uso effettivo del credito d’imposta acquisito. Se la tassa annuale deve essere ridotta, dovrebbe essere dato in cambio qualcosa (ad esempio, estendere il periodo di prescrizione per l’utilizzo dei crediti d’imposta).
Commento
La Corte costituzionale ha dato un segnale chiaro che, nonostante le difficoltà finanziarie pubbliche, la disciplina e l’applicabilità di alcuni principi e valori fondamentali non possono essere messi da parte. Ha rafforzato il suo ruolo nella tutela dei diritti degli investitori e dei contribuenti in generale, comunicando l’importante messaggio, a tutti i soggetti coinvolti nel processo legislativo, che la necessità di ottenere entrate fiscali non può essere perseguita a tutti i costi, e deve essere conciliata con i principi di irretroattività delle imposte e di tutela del legittimo affidamento, inclusa la fiducia degli investitori.
Per gli investimenti in Portogallo, e quindi per l’economia portoghese nel suo complesso, comprese le sue finanze pubbliche, queste decisioni giudiziarie sono state rassicuranti.
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