Regno Unito: modifica dello Statuto e riscatto delle azioni
Il Privy Council del Regno Unito ha recentemente confermato la validità di una speciale delibera modificativa dello Statuto di una società al fine di introdurre un potere di riscatto obbligatorio, che era stato opposto ad un azionista di minoranza (causa Staray Capital Ltd / Cha). Si tratta di una decisione importante nel contesto delle disposizioni in materia di drag-along e compulsory buyout contenuti nello Statuto e nei patti parasociali. Rafforza la precedente giurisprudenza sulla portata del potere degli azionisti di maggioranza di vincolare la minoranza, ma stabilisce anche alcuni vincoli a tale potere.
Background
Il caso in questione riguardava l’introduzione ex novo di un potere di riscatto obbligatorio in relazione alle azioni dei soci, su domanda dell’azionista di maggioranza S (80% del capitale). La societa’ C avrebbe potuto esercitare tale potere un preavviso di 15 giorni in presenza delle seguenti circostanze:
- Un azionista ha reso false dichiarazioni materiali nel corso dell’acquisizione delle sue azioni; o
- Questi ha commesso un atto che potrebbe comportare l’incorrere in svantaggi pecuniari, legali, regolamentari o amministrativi della società o pubblicità negativa.
Il prezzo di acquisto sarebbe l’equo valore di mercato delle azioni.
Fatti
Da alcuni mesi S (azionista di C) aveva dimostrato la sua volontà di acquisire M. In tale contesto, C aveva notificato con un preavviso di 15 giorni il riscatto obbligatorio del 20% della partecipazione di M lo stesso giorno in cui era stata approvata la delibera speciale per introdurre per la prima volta il potere di riscatto obbligatorio nello Statuto della societa’ C.
La societa’ C aveva fatto leva su presunte “false dichiarazioni materiali” fatte da M che aveva affermato di essere stato un partner di un particolare studio legale cinese ed essere stato abilitato a praticare rispettivamente in Cina e negli Stati Uniti. M aveva contestato la validità sia della delibera speciale per modificare lo Statuto di C, sia della comunicazione di riscatto obbligatorio che gli era stata successivamente notificata.
Decisione
Il Privy Council ha confermato le decisioni dei tribunali di grado inferiore secondo cui era consentito ad una societa’ stabilire che i soci che avevano acquisito le loro azioni mediante false dichiarazioni o che avevano commesso atti in grado di arrecare danno o pubblicità negativa alla società, avrebbero dovuto riscattare le loro azioni al valore di mercato. Nel caso di specie, il fatto che la delibera in questione fosse stata approvata dal socio di maggioranza nei confronti di quello di minoranza non significa di per sé che la stessa fosse stata approvata in cattiva fede.
Sebbene il Consiglio Privato di Staray avesse confermato l’introduzione del potere di rimborso obbligatorio, esso aveva deciso basandosi sul fatto che eventuali dichiarazioni ingannevoli da parte dell’azionista di minoranza non erano state rilevanti per la società, il che significa che il diritto all’esercizio del potere non era stato effettivamente attivato. Il Consiglio in quell’occasione ha confermato che la situazione va sempre esaminata dal punto di vista della società nei cui confronti è previsto tale rimedio, e non dal punto di vista dei singoli azionisti. Ciò che importava nel caso di specie era la rilevanza pratica del ruolo dell’azionista M nei confronti della societa’ C. In breve, l’abilità tecnica di prestare la propria attivita’ in Cina o New York non era stata considerata di rilevanza pratica per la societa’ C. Al contrario, non si poteva mettere in dubbio la capacità di M di eseguire gli specifici compiti che avrebbe dovuto svolgere.
Implicazioni
L’opinione in questione è conforme alla giurisprudenza precedente secondo cui il potere degli azionisti di maggioranza di vincolare la minoranza attraverso la modifica dello Statuto deve essere esercitato in buona fede nell’interesse della societa’. Tuttavia, stabilire ciò che è nell’interesse della societa’ e ciò che costituisce un vantaggio per la societa’ è una decisione degli azionisti piuttosto che del tribunale. L’onere della prova è sulla persona che mette in discussione la validità delle disposizioni.
E` interessante notare come il risultato raggiunto nel caso Staray suggerisca la possibilità di introdurre disposizioni obbligatorie di acquisto negli articoli di una società gia’ costituita in grado di vincolare una minoranza, laddove vi sia uno scopo commerciale e laddove possa essere considerato tra gli interessi della società.
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